[di Emanuela Macrì – foto Riccardo Giuliani per Get Sport Media] Una festa che inizia come non si vorrebbe. Con un silenzio sincero, nella sua commozione generale. Lo stesso silenzio che già dalle prime ore del mattino ha avvolto il mondo del volley, tutto, raggiunto da una notizia a cui non si poteva, né voleva, credere. Miguel Angel Falasca non c’è più e su quella panchina, a Monza, che aveva occupato riuscendo nella grande impresa di portarci pure una Challenge Cup, lui tecnico spagnolo e giocatore passato anche dal nostro campionato, non siederà più. E allora il silenzio, un minuto dedicato alla sua memoria, alla sua nota pacatezza e buona educazione che non dimenticheremo.
Una serata, la seconda del weekend milanese di VNL2019, nel nuovissimo impianto dell’Allianz Cloud e uno scenario, quello sotto rete, pronto a ribaltarsi a ogni cambio di campo. O almeno, così è sembrato fino ad un certo punto. Fino a un fatal terzo set che…
Qui la della partita di Riccardo Giuliani e le video-interviste a fine gara di Gianlorenzo , Oreste e Daniele
ITALIA – ARGENTINA, la cronaca:
PRIMO SET – Argentina a strappi per un’Italia a rincorrerla
Azzurri che, peraltro, iniziano con un buon passo (3-0) seppur pronti a perderlo nel giro di pochi scambi ai danni di un’Argentina per nulla intimorita ma, semmai, galvanizzata dal momento di difficoltà. Un albiceleste che si mette subito in pari (3-3) e poi alla guida di un set dominato, nonostante qualche momento di sconforto, grazie anche a un Agustin Loser in stato di grazia: nopn il migliore in campo ma, di certo, il più decisivo con i suoi 12 punti a fine gara, tra cui quei due muri consecutivi (8-12 e 8-13) con cui riesce a scavare un gap risultato poi incolmabile. Suo anche il pallonetto che messo a terra di venta il punto di chiusura set (22-25). In mezzo due tempi tecnici affrontati sempre in vantaggio (6-8 e 11-16) e una conclusione di parziale che inizia da un 19-20 messo in discussione, per qualche cambio, dagli azzurri (22-23) fino al già citato pallonetto.
SECONDO SET – L’azzurro ritrovato
Non sempre il buongiorno si vede dal mattino. Inizia con un ace firmato da Cristian Pogliajen, infatti, un secondo parziale di gara dove saranno però gli azzurri a ritrovare gioco ed energie. Subito a seminare distanze (4-2) e costruire, azione dopo azione, un parziale che è un’altra storia, rispetto al primo. Non solo per quel +4 del primo tempo tecnico (8-4) poi gestito e conservato, passando per il muro di Daniele Mazzone (12-8) e l’attacco di primo tempo nolook di Roberto Russo (15-11). Mentre gli argentini si rifanno vedere (15-14) senza dare troppi grattacapi alla panchina azzurra. Il via per l’ultimo giro di giostra è un ace dell’opposto Giulio Pinali (20-16) mentre un’ascia scende sul set con l’invasione a muro argentina (23-21) e un servizio in rete che ferma il tabello sul (25-23).
TERZO SET – Blengini fa turnover, Mendez il pieno (di palloni messi a terra)
Con i ragazzi del tecnico argentino a far la voce grossa fin dai primi scambi di un terzo set in cui, già alla prima pausa, è dominio argentino con un +5 (3-8) che incupisce la panchina di Blengini, pronto a richiamare all’ovile i suoi sul 4-11. Bene l’ingresso dell’opposto Andrea Argenta per Pinali che, però, nulla può contro quel +7 del secondo tecnico (9-16) molto simile a una sentenza, anziché un risultato parziale. La conferma arriva, puntuale, nell’ultima porzione di set con due palloni consecutivi a terra, ancora, di Loser (suo il primo tempo del 14-20 e il muro del 14-21) a stendere per ko tecnico un’Italia a cui non manca la volontà ma pecca, forse troppo, in difesa. Il set point (19-25) è un attacco di Facundo Conte, rinato dopo due set incolore per lui, che il muro a tre azzurro non riesce a fermare.
QUARTO SET – Fare e disfare
Due muri, un time out tecnico, tocchi a muro e anche un ace. È un parziale di 0-7 per la nzionale argentina fermata, in questa sua accelerazione, solo da un errore. Il proprio, al servizio. E se al time out tecnico un po’ di terreno è stato recuperato (3-8), ci pensa il rinato Conte a mettere a terra una sequenza di palloni che toglie il respiro in casa azzurra (5-12). E poi un paio di azioni indagate al video challenge e qualche buona intuizione, come il bell’attacco di Oleg Antonov a centro rete che mette a terra il 9-12, mentre l’ace di Alberto Polo (10-12) certifica un break azzurro importante. Peccato che tutto quanto si costruisca lo si riesca a perdere, poi, nel giro di poco (11-16). Sotto i colpi al servizio di capitan Luciano De Cecco e quelli da seconda linea di Loser, a cui poco possono opporre il muro azzurro 13-18 e il servizio di Russo (14-18), la difesa e quindi il punto di Oreste Cavuto (15-18). Per un finale tutto da giocare (15-20) con qualche errore da entrambi le linee di fondo campo, recuperi calciati e palloni in tribuna. Un altro ace di Polo (19-23) che, però, non basta.
Italia – Argentina termina per 1-3 (22-25; 25-23; 19-25; 19-25) qualche rammarico per una partita che l’Argentina ha vinto per merito e numeri (13-6 nella sfida a muro la dice lunga) ma nessuna tragedia. E un arrivederci a domani con la nazionale polacca, per una qualificazione alla Final Six che attende conferma.