[di Emanuela Macrì – foto Riccardo Giuliani per Get Sport Media] L’emozione che non ti aspetti ma che speri di trovare in un tie break. E se vi siete persi questa Italia – Polonia beh, cercate un modo per poterla rivedere. Tutta, si intende. Con scorta di pop corn per il finale. Perché se qualche rammarico dopo la sconfitta di ieri rimediata contro l’Argentina di Mendez ci poteva stare, qui no. Lo spazio se lo prende tutto lo spettacolo della reazione, delle reazioni, azzurre. Tutto cuore e nervi d’acciaio, anche se poi finisce che un video challenge ti annulla il match point e la vittoria termina nella mani avversarie. A pesare nel bilancio di un weekend di VNL, alla fine, sono un urlo cacciato al cielo, mani e stomaci a gridare all’unisono. A rispondere, sotto di quattro lunghezze su un avversario a soli 5 palloni dalla vittoria. A dire che no, non chiamatela baby Italia, perché non vi risponderà. Non più.
Fotogallery della partita, di Riccardo Giuliani
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Cronaca, a seguire
ITALIA – POLONIA 2-3 (25-23; 22-25; 25-23; 21-25; 23-25)
PRIMO SET – Italia: cuore, muro e difesa
Il primo punto del parziale e della sfida è dei campioni del mondo in carica a cui risponde, subito, un attacco block out di Oleg Antonov sul muro a 3 avversario. Un inizio in equilibrio come tutta la prima parte del parziale, poi a favore dell’Italia già dal 7-5, quel tocco sul muro e punto azzurro confermato dal video challenge, con qualche decisa lamentela di coach Vital Heyner che gli vale un giallo senza appello. La risposta, semmai è il muro di capitan Giannelli (8-5) che porta i suoi al primo tempo tecnico sul +3 mentre il secondo arriva sullo sfondo di un +4 (16-12) grazie al tocco dell’asticella su attacco di Aleksander Sliwka. Ultime note del set, attacca a suonare dal 20-18, con un vantaggio insidiato ma tenuto sotto stretto controllo da un paio di magie del capitano azzurro Simone Giannelli e dalla panchina che sul 24-23 si prende il discrezionale rimasto. Per poi chiudere 25-23 con qualche soddisfazione tolta a muro mentre a infasdire ci sono i troppi errori al servizio, a secco di punti.
SECONDO SET – Polonia a senso unico
Apre una azione lunga e un pallone a terminare nella metà campo azzurra. Preludio di un set appannaggio dei campioni del mondo, che nei due tempi tecnici si presentano in vantaggio di due lunghezze (6-8 e 14-16) nonostante le insidie dei padroni di casa che in più di un passaggio riescono a rimettere in equilibrio la situazione e, sul finale, anche a portarsi avanti nel punteggio fino al +3 a marchio Antonov che prima intercetta il dito del muro polacco per il 17-17 e poi firma un 20-17 poco dopo sfumato. Sotto i colpi di Bartosz Bednorz e di Maciej Muzaj.
TERZO SET – La comparsa del servizio (buono)
Polonia avanti subito, con la messa a terra del primo pallone, e l’Italia a non concedere troppo spazio di manovra e riprendere il controllo della situazione, con un ace di Daniele Lavia (5-3), il secondo della partita azzurra, e quello di Giannelli (8-5) a cui si accoda il muro di Roberto Russo (9-5). Ma una fase di crescita polacca, iniziata con il muro di Muzaj (9-6), è in agguato, come la pronta risposta azzurra a mezzo punteggio nel secondo tecnico (16-12 con il pallone in rete sul servizio di Karol Klos). Ma quella dall’altra parte della rete è una Polonia mai doma, capace di di portarsi sul 17-16 con un muro di Muzaj e di sfoderare due muri conecutivi di Klos per raggiungere il 19-20. Anche se nulla può quando il pallone trova nelle dita di capitan Giannelli il pallonetto del 25-23.
QUARTO SET – Rimesa all’ultimo gradi di giudizio
Inizio col botto per i ragazzi di Heynen (1-5) e qualche perplessità sulla panchina azzurra che interrompe il momento buono con un discrezionale arrivato giusto giusto a distrarre e indurre in distrazione Jakub Kochanowski al servizio. Con una Polonia che al primo tecnico timbra un +5 (3-8) mentre al secondo passaggio il vantaggio si riduce di 2 unità (13-16) a causa di una rimonta azzurra, targata Antonov – Giannelli, capace di portare il tabellone sul 9-9 prima e sul 13-14 dopo. L’ultimo giro di giostra parte dal 18-20 che nemmeno gli attacchi di Antonov e la pipe di Russo potranno aggiustare. E il 21-25 finale di Muzaj è lì a rivelarci una sola verità: si va al tie break.
QUINTO SET – Adrenalina, reni e thriller
Muzaj come chiude, inizia. In attacco. Mentre gli azzurri rincorrono, sono e rimangono lì a un passo, con Lavia e Giulio Pinali a tenere passo e punteggio in parità, mentre a tentare il sorpasso è Antonov (6-5). Il cambio campo, però, è un vantaggio polacco (6-8) con un muro di Kocha a fa seguito una succesione di discrezionali e un muro di Aleksander Sliwka sul 6-11, una scure che sembra abbassarsi sulla nazionale italiana. Che sembra soltanto. Perché Lavia dà la stura (7-11) al recupero, straripante e coinvolgente, dell’Italia. Con Pinali e Piano, Antonov e Lavia a metter giù palloni e crederci. Fino alla fine di un quinto set degno di tale nome. Qunado un viedo challenge spegne sul nascere i festeggiamenti di un infuocato Allianz Cloud, mentre per le mani delle due formazioni passano 6 palloni match a testa fino a quando il tabellone segnerà il definitivo 23-25. Un punteggio che da solo non basta a raccontare una nazionale, quella azzurra, tutta reazione e fame, voglia di lottare e grinta. Qualità da mettere nella valigia per il Brasile, prossima tappa della VNL 2019. Servirà tutto questo, lì.