[di Emanuela Macrì – foto Riccardo Giuliani per Get Sport Media] Chi si rivede, sotto rete. E che sorpresa le sue parole (ma le riservo per la chiusura dell’articolo!). Un po’ come quelle sue alzate che fino all’ultima frazione di secondo si capisce a chi siano destinate, banda o centro. Un tocco noto, oltre che un volto e un sorriso dolce, quello di Maja Ognjenović che dopo qualche anno è tornata nel massimo campionato di pallavolo femminile italiano. Qualche stagione dopo quella che l’aveva vista militare nelle file della allora Nordmeccanica Piacenza e ancor prima con la Liu Jo Volley Modena, ora in forza al sestetto della Savino Del Bene Scandicci di Massimo Barbolini.
“Un’offerta a cui non potevo dire di no. Per più motivi. Dopo 7 anni a Istanbul – racconta la regista serba – sentivo che la mia storia nel campionato turco era terminata. Avevo vissuto, ricevuto e dato tanto, forse tutto. Era il momento di investire in un’altra storia.” Di preparare la valigia.
“Il campionato in Turchia è un torneo con poche sorprese: ci sono due o tre squadre ad occupare la testa della classifica. In Italia, invece, il risultato di una partita è più incerto. Così, anche quando affronti squadre che in classifica occupano la metà bassa ti ritrovi comunque a dover giocare al 100% delle capacità. E da quanto ne so, questa è una situazione che esiste solo qui.”
Atleta di grande esperienza, con un palmares di tutto rispetto – dalle due medaglie olimpiche a quelle mondiali con la maglia della nazionale serba, passando per i successi, coppe e scudetti, con i club – per Maja Ognjenović quello con l’Italia non è mai stato un addio. Tornare, quindi, era uno dei punti fermi della to do list della vita.
“Qui ho ritrovato un campionato di livello superiore rispetto a quello che avevo conosciuto, cresciuto grazie alla presenza di atlete, italiane e straniere, che stanno dando un contributo importante. Quando è stato il momento di valutare la proposta di Scandicci ho pensato proprio all’organico, alla squadra delle ultime stagioni.” Questa la spinta per dire di sì.
“La scintilla è scattata quando ho avuto notizia di questa offerta, della possibilità di giocare con atlete di così alto livello, compagne per me nuove. Una su tutte Zhu Ting che avevo incontrato solo da avversaria quando vestiva la maglia del VakifBank mentre io ero dall’altra parte della rete con quella dell’Eczacibasi.” La squadra che in panchina vedeva proprio Massimo Barbolini. Un’offerta che non poteva, dunque, non cogliere. “Saputo che lo avrei ritrovato a Scandicci, dopo l’esperienza in Turchia, non ho più avuto alcun dubbio.” E firma del contratto fu.
Ma il motivo primo che l’ha portata in Italia, di nuovo, è un altro. “Beh, il mio sogno era di terminare la mia carriera in Italia.” SCOOP! “Ma non è detto che succeda in questa stagione!” Ok, per lo scoop attendiamo. C’è ancora tanto lavoro da fare, palloni e gioco da distribuire. Tutto il resto può aspettare. Compresa ogni sorpresa.