
[Di Alessia Giordano – Foto Rai.it]
Grande successo per la 72° edizione del festival della canzone italiana. Sanremo 2022 riapre, finalmente, anche al pubblico le porte dell’Ariston e segna una fiduciosa rinascita non solo per la musica, ma bensì per la società, coinvolta nel dramma della pandemia ormai da poco più di due anni.
Anche quest’anno la conduzione delle serate dello spettacolo, che va in onda dall’1 al 5 febbraio, viene affidata ad Amadeus fiancheggiato, a sua volta, da una co-conduttrice per episodio.
Sono 25 gli artisti in gara che animano il palco e intrattengono la platea ma solo 3 a combattere per la vittoria del grande festival. La decisione è del pubblico, sollecitato a scegliere tra “Brividi” di Blanco e Mahmood, “O forse sei tu” di Elisa e “Apri tutte le porte” del conosciutissimo Gianni Morandi. La prova finale e lo stop al televoto eliminano ogni dubbio: “Brividi” è in cima alla classifica e vince il premio per questa stagione.
Emozionante si è visto essere l’omaggio all’amatissima stella della musica e della televisione, scomparsa nell’estate del 2021. Le parole di Amadeus: <<a chi mi chiede cosa penso di Raffaella Carrà, rispondo che è stata semplicemente la più grande di tutti. Aveva una personalità pazzesca, una grande artista che sapeva come arrivare nel cuore della gente>>. <<Le sue canzoni>> aggiunge, <<continuano ad essere cantate, ballate e amate>>.
Estremamente toccante, poi, “l’inno alla gentilezza” presentato da Marco Mengoni e Filippo Scotti durante la quinta serata del festival. Entrambi ricorrono a due articoli della Costituzione italiana, in particolare al 21 e al 3 che si riferiscono, rispettivamente, alla libertà di parola e all’uguaglianza di tutti davanti alla legge, senza alcuna eccezione.
<<Dovremmo provare ad essere gentili>> affermano, <<e non perché, altrimenti, il bersaglio potrebbe essere nostra sorella, il nostro migliore amico o nostra madre, bisogna farlo e basta>>.
Dovremmo seguire un codice che si appelli ad un’umile e consona morale. È una cosa che dovrebbe nascere dentro di noi e che andrebbe fatta in silenzio, senza doppi fini e, soprattutto, non a scopi opportunistici.
Occorre chiedersi cosa si può fare per il bene dell’altro e, con gradualità, prendersene cura.
Un cambiamento che dovremmo lasciare che avvenga; e non perché in questo modo saremmo liberi di sentirci pieni di noi ma, piuttosto, perché potrebbe significare qualcosa per la prossima persona che incontreremo.
Il bene chiama altro bene, l’amore chiama altro amore e la gentilezza, inevitabilmente, ne chiama, ancora, altra.
Si potrebbe pensare sia un gesto che non porti da nessuna parte, ma prendersi cura di qualcuno, mostrare un po’ di premura per chi ci sta vicino, per qualcuno che non sia noi, ci darebbe forza.
Pensate a quanto sarebbe bello avere il potere di alleggerire il mondo di qualcuno e poterne essere il punto di riferimento.
Sapere che quella persona, in un momento di difficoltà, saprà di poter contare su noi… sarebbe, oltre che una grande vittoria, il raggiungimento di un enorme traguardo personale.
<<A un certo punto>> continua Scotti, <<devi capire che il dolore che hai subito non lo devi subire all’infinito. Mettiti in vacanza, la povera vita adulta non può pagare a oltranza i debiti dell’infanzia. Dichiara finite le tue colpe, scontata la pena. D’ora in poi ogni giornata sarà come prima ma dentro di te più netta e vera, più limpida e sincera. Tu devi solo la più grande dolcezza possibile a chi verrà e a chi andrà via. È festa nel tuo cuore, festeggia in qualche modo il cuore degli altri>>.
Questa volta Sanremo ha dato il meglio di sé e ha toccato, con ogni parola, l’anima di tutti gli ascoltatori che lo hanno seguito. È un grande passo avanti: per una volta il mondo televisivo cerca di spingersi oltre l’apparenza delle maschere per riflettere su alcune tematiche che troppo spesso sottovalutiamo.
Sanremo, quindi, non è solo spettacolo o intrattenimento, ma scoperta e conoscenza di nuove parole e di nuove morali che possiamo, pian piano, nella vita di tutti i giorni, fare nostre.