
[di Emanuela Macrì – foto Riccardo Giuliani] Il cinema è un’invenzione senza futuro. Questa la frase che campeggia sul muro rosso che introduce il visitatore al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Queste le parole (forse) meno profetiche della storia della Settima Arte, pronunciate dal padre di quei fratelli Lumiere che a quell’arte e quella storia daranno inizio in una serata di dicembre del 1895.
E se un viaggio nel tempo non è (ancora) possibile un viaggio nel Cinema, invece, lo è. Un percorso speciale quello offerto a Torino, città italiana del cinema e meta di pellegrinaggio per cultori e addetti ai lavori. Meta imperdibile, però, anche per chi di pellicole e divi in celluloide ne mastica poco: ad ospitare la collezione è la Mole Antonelliana e la sua visita, così, diventa irrinunciabile per chiunque.
Ma cosa può contenere un museo dedicato a un’arte performativa – ma allo stesso tempo figurativa, non inganniamoci – come il Cinema? Dove può condurre un percorso esplorativo che attraversa poco più che un secolo di immagini? Dal cosmo del pre-cinema al futuro. Molto semplicemente. Sarete, così, letteralmente trasportati nel cuore della Mole per conoscere tutta la fisica e la chimica del Cinema.
Condotti negli anfratti del meraviglioso edificio frutto della fantasia di Antonelli – rifiutato dalla comunità ebraica che gli aveva commissionato una sinagoga per via di quella guglia ritenuta poco confacente, la stessa che sarà poi vittima di due incredibili incidenti – i visitatori potranno accomodarsi nel set di un film, attraversare storiche scenografie, sedere su curiosi wc (citazione da indovinare) per assistere ad un patchwork cinematografico, risalire la scalinata che costeggia i lati della Mole e gustarsi le mostre temporanee che periodicamente la abitano.
E ancora, accomodarsi sulle chaise longue che permettono una visione dal basso dell’intero museo o scoprire i tanti mestieri del cinema, molti dei quali spesso sconosciuti ai più. Ma anche passeggiare tra le storiche locandine dei film o salire fino a 85 metri d’altezza con l’ascensore che sbuca dal pavimento per portare i visitatori fino alla terrazza panoramica, da raggiungere poi con una scalinata.
E se tutto questo non vi basta, allora ecco un piccolo viaggio nel tempo. Perché il 23 maggio del 1953 un violento nubifragio spezzerà la guglia della Mole destinata a rimanere per qualche tempo priva della sua spettacolare punta aguzza. Un danno per il panorama della città che si trova, così, senza il suo punto di riferimento. Spettacolo per i visitatori. Spettacolo, peraltro, irripetibile. Ma non per il cinema: la scena d’apertura de Le amiche di Michelangelo Antonioni vi riporterà lì e allora ogni volta che lo vorrete. Magia del cinema, un’arte senza futuro (??).