Da dove si inizia a scrivere un’emozione? E quali parole usare per descrivere qualcosa che non ha forma e non si vede?
Partiamo dalla gara di ritorno contro la squadra russa di Ekaterinburg del plurimedagliato Karpol: in casa abbiamo perso 3 a 1, ma il nuovo regolamento ci consentiva di passare il turno vincendo con qualsiasi punteggio la partita e poi vincendo il golden set. E così è stato: questa vittoria probabilmente è stata la scintilla che ha innescato una reazione per le partite successive. In quell’ occasione abbiamo preso coscienza di quello che di grande si poteva fare in Europa.
Il resto è storia… Inutile stare a raccontarvi le partite contro Istres, Besiktas, Lodz e Belgrado (troverete tutti i commenti su Vivovolley.net). Oggi voglio raccontarvi le emozioni della finale.
Giocarsi una Coppa CEV non è da tutti i giorni e vincerla in casa, davanti al proprio pubblico (grazie alla nuova formula andata e ritorno, prevista anche nella finale) è veramente qualcosa di magico.
Nell’ andata a Krasnodar il palazzetto era pieno di tifosi agguerriti e pronti a incitare le proprie beniamine. Il rumore della trombette era assordante (sembravano le vuvuzelas dell’ ultimo Mondiale di calcio in Sud Africa) e non nascondo che si faceva fatica a sentirci in campo tra noi ragazze. Ma il nostro gioco e le nostre motivazioni ci hanno permesso di portare a casa il risultato pieno. Un secco 0 a 3 carico di carattere e orgoglio, laddove nessuno quest’ anno in coppa era riuscito a uscire con un risultato positivo.
Arriviamo così alla gara di ritorno: domenica 3 aprile. Una data che i tifosi di Urbino e tutta la città ricorderanno per molto, molto tempo. Ho veramente tanti ricordi del pre-partita in spogliatoio: la voglia della squadra di vincere, l’ emozione e la consapevolezza che si scendeva sul terreno di gioco per entrare nella storia di questa società e di questa città al fianco di personaggi come Raffaello e Piero della Francesca (come citava lo striscione dei Fedelissimi), il tempo che, personalmente, non passava mai. E’ difficile raccontare l’ atmosfera che si respirava in quell’ angolo di palazzetto. Io non stavo più nella pelle, non vedevo l’ ora di scendere in campo, ogni minuto che passava l’ adrenalina saliva sempre di più.
Quando è arrivato il momento, l’ ingresso, l’ impatto… Finalmente! E’ stato uno spettacolo incredibile! Tutte quelle persone, il Palamondolce vestito a festa in versione bolgia da finale europea, stracolmo di tricolori sventolanti… da brividi. Il resto è storia: il primo set perso e la rimonta, fino all’ ultimo pallone caduto a terra. Le urla, la festa, la premiazione, le foto con la medaglia e la coppa, l’ abbraccio con i tifosi.
Mi auguro di avervi trasmesso un po’ di quella magia e di avervi fatto entrare in quello che succede lontano dagli occhi del pubblico.
Vorrei cogliere l’ occasione per ringraziare tutti i tifosi e le persone che amano la pallavolo e che contribuiscono a rendere questo sport così speciale.
Faccio anche un grande in bocca al lupo a Pesaro, Bergamo, Busto Arsizio e Villa Cortese per la Coppa Italia questo fine settimana a Catania.
Un mega saluto, ci si vede nei palazzetti d’ Italia…
Ilaria “Garzetta†Garzaro #3 (Foto Studio Gulini)