
[A cura di Sofia Paganelli – Foto web]
A volte nella vita capita di vivere delle avventure che meritano di essere raccontate. È così che nasce “sempre tornare” di Daniele Mencarelli: da un’esigenza intrinseca dell’autore di diffondere la sua storia e quelle di altri con le quali ha condiviso un capitolo.
“Sempre Tornare” di Daniele Mencarelli: da un’esigenza intrinseca dell’autore di diffondere la sua storia e quelle di altri con le quali ha condiviso un capitolo.
È l’estate del 1991 e Daniele per la prima volta va in vacanza con i suoi amici. Qualcosa, però, non va per il verso giusto e il diciassettenne, dopo un’euforica notte di feste e baldoria, decide di tornare a casa. È solo, senza soldi e senza documenti. Con la sola compagnia di una valigia colma di vestiti nuovi desiderosi di assorbire il profumo della salsedine, Daniele decide di viaggiare in autostop.
Ebbene sì, dalla Riviera Romagnola l’obiettivo raccontato lungo tutto il corso del romanzo sarà quello di giungere a Roma.
Il giovane si ritrova a scrutare il mondo con occhi diversi, a notare ciò che nella frenetica vita di tutti i giorni spesso fugge via veloce. Quando si è soli i pensieri avvolgono la mente e ricordi passati avvolgono le giornate dell’adolescente. Il viaggio è faticoso, e Daniele si vede costretto a mettere da parte l’orgoglio e a chiedere aiuto. Ci sono infatti momenti in cui è necessario riconoscere che si ha bisogno di una mano e riuscire ad accettarlo è un passo talvolta difficile che il giovane però compie, salendo così un nuovo gradino per diventare adulto. E forse anche questo significa crescere: capire che ci sono occasioni per essere di aiuto e occasioni in cui si lascia che siano gli altri ad aiutare noi.
La modalità di viaggio scelta consente a Daniele di conoscere le vite di coloro che lo ospitano per una notte o gli offrono un pranzo; di toccare con mano il dolore di chi ormai non ha più nulla da perdere e di fare sue le storie che gli vengono donate. È come se si ampliasse la prospettiva: ci sono tante realtà diverse ciascuna delle quali merita di essere conosciuta e magari ci si renderà pure conto di quanto siamo fortunati in confronto ad altri; non importa quanti soldi si possiedono se poi si è soli o poveri nell’animo.
La valigia è più leggera, molti vestiti Daniele li ha buttati, rallentavano il viaggio e basta. In più situazioni la strada si rivela essere insidiosa, il pericolo è dietro l’angolo: la cattiveria di alcune persone sembra non avere limiti. Il giovane potrebbe chiedere dei soldi per acquistare un biglietto del treno che lo porterebbe dritto a casa. Ma Daniele non vuole. Daniele prova una libertà mai sperimentata prima e il desiderio di assaporarla sempre di più senza mai sentirsi sazio lo sprona a continuare. Sotto il caldo sole di agosto prosegue allora lento il suo cammino; sul ciglio della strada, assetato, stanco e circondato da mille pensieri.
Ecco che vede una macchina in lontananza. Subito si prepara a mettere in atto la sua tecnica: pollice alzato, sorriso smagliante e aria da bravo ragazzo. Stavolta è fortunato: la macchina rallenta fino a fermarsi e si abbassa un finestrino. Il giovane si presenta e chiede un passaggio: “Salve, sono Daniele. Devo arrivare a Roma, mi darebbe uno strappo per favore?”.
Il viaggio prosegue. La valigia ormai non c’è più, è rimasta accantonata vicino a qualche cassonetto dell’immondizia. “non ce la farò mai” pensa di tanto in tanto. Poi rimane incantato dal sorgere del sole e ritrova la forza per andare avanti. Si alza e cammina.
“non mi accontento di un brandello di luce. Io ti dichiaro guerra, vita, io t’incendierò di significato. Oppure come fiamma brucerò verso il cielo”. Così scrive l’autore del libro, nonché protagonista stesso, innamorandosi ogni giorno di più della vita con tutte le sue fragilità e sfaccettature, con tutte le cose belle e quelle meno belle, con tutte le gioie e le fatiche.
E sapete che vi dico, Daniele ha ragione: dobbiamo accendere di significato la nostra vita, darle un senso, renderla nostra. Non è facile: i problemi sono all’ordine del giorno, le preoccupazioni sembrano voler sfiorare il cielo e le paure nascondono i sogni. Ma se allargassimo la prospettiva, se solo provassimo a vedere il mondo da più punti di vista ci A volte nella vita capita di vivere delle avventure che meritano di essere raccontate. È così che nasce renderemmo conto di quante siano le possibilità di costruire una vita piena.
Bisogna volerlo, crederci e provarci.