Come hai iniziato a giocare a Pallavolo?
Avevo 14 anni e ho smesso di giocare a pallacanestro per alcuni motivi. Dopo qualche mese senza fare niente mia mamma mi ha trascinato a pallavolo per forza. A me non piaceva, ma mi ha un po’ costretto.
Come è esplosa la passione per questo sport?
All’ inizio mi piaceva troppo come lavorava l’ allenatore, era troppo simpatico e faceva tanto ridere. Siamo amici ancora adesso dopo tanti anni e per lui sono rimasta li anche dopo allenandomi con i ragazzi perché per le ragazze non c’ era posto dove allenarsi e questo mi ha aiutato in qualche modo a crescere più velocemente.
Come mai la scelta di arrivare in Italia dopo…
I dirigenti di Conegliano mi seguivano con interesse da tanti anni. Questo vuol dire che hanno riconosciuto una ragazza con del talento e io credo di essere una di queste. Adesso è tre/quattro anni che ci conosciamo, con qualcuno anche di più e dopo tanti discorsi fatti con la dirigenza e gli allenatori sono arrivata qua.
Io sono venuta qua perché penso di poter migliorare, di poter aiutare a far crescere e vincere questa società e creare una storia di pallavolo anche a livello italiano.
Parliamo ora di Nazionale; che obiettivi ti sei prefissata di raggiungere?(quello olimpico con molta probabilità)
Dopo tutto ciò che abbiamo ottenuto negli ultimi due anni, col fatto che abbiamo preso due medaglie si parla tanto della Serbia. Secondo me ci meritavamo tanto di andare a Pechino in queste due ultime due qualificazioni siamo state sfortunate, ma a Maggio in Giappone sarà forse un po’ più facile: è l’ultima possibilità e quindi tutte le squadre giocheranno con grandissima motivazione.
Ci sarà anche qualche ritorno in visto le ultime rinunce di qualche atleta..
Io francamente non entro in queste discussioni perché non mi interessano, sto lì per giocare, per migliorare e quindi queste cose che succedono fra l’ allenatore e le ragazze non mi interessano. Io non faccio parte di questo e preferisco non parlarne.
Uno dei ricordi probabilmente di questa estate è la finale dell’ Eurpoeo. Più la contentezza per essere arrivata in finale oppure più il rammarico di aver perso contro un Italia comunque notevolmente migliorata?
Io sono contenta per quanto abbiamo fatto. Abbiamo avuto tante difficoltà. Era la prima volta che giocavo titolare e non giocavo neanche tutte le partite perché mi alternavo con Spasojevic. Non eravamo neanche partite molto bene perdendo contro la Slovacchia 3 a 2, un disasrtro e ci siamo qualificate grazie alla Polonia che poi abbiamo battuto ma siamo arrivate alla finale troppo stanche, forse un po’ scariche e questo è un gran peccato, ma io resto comunque molto contenta.
Futuro pallavolistico?
Tutti secondo me hanno qualche idea su come sarà il proprio futuro; io ho provato a immaginare la mia strada pallavolistica. Quest’ anno è stato il secondo passo perché il primo è stato l’anno scorso quando sono andata nella stella Rossa di Belgrado. Mancano tanti passi, ma io mi trovo benissimo qua e il fatto di essere passata in A1 favorisce notevolmente l’ idea di una mia permanenza.
Come vedi la regola che limiterebbe le straniere dalle prossime stagioni?
Sicuramente sarà più facile per opposti e schiacciatori perché vengono acquistati più facilmente. Fatica c’è già per i liberi e anche per i palleggiatori sarà dura; per quelli bravi no perché servono e riescono a guadagnare anche abbastanza, ma poi per i centrali, ragazze che magari giocano già in nazionale sarà troppo difficile per loro secondo me trovare spazio in campionati di alto rango. È sbagliato perché il livello di tutti i campionati anche a livello europeo e in tutto il mondo si abbasserà e poi dove andranno a giocare queste cubane, brasiliane e noi Serbe? Ma anche le Italiane dove andranno a giocare?
Come ti trovi qua a Conegliano, ti sei ambientata bene (Jovana parla l’italiano benissimo)?
No dai, non benissimo sto studiano e sto migliorando tutti i giorni e ho chiesto alle ragazze di correggermi e spero di migliorare ancora molto perché si sente ancora che sono straniera. Qua mi trovo bene anche perché è una città molto simile alla mia in Serbia, la gente è tanto gentile e fa piacere per una che è giovane ed è al primo anno all’ estero, aiuta tantissimo.
Compagna di club e nazionale con cui sei più legata?
Vado d’ accordo con tutte, ma in particolare qui nel club Caterina Bonan: siamo più legate perché siamo vicine di età, ma è la prima volta che in una squadra vado d’ accordo con tutte e si è creato un gruppo straordinario. In Nazionale invece con la Cebic, il libero.
Cosa ti è piaciuto dell’Italia e cosa secondo te dovrebbe migliorare.
(ride…) No dai lo dico non importa. Secondo me qua in Italia gli allenamenti non sono abbastanza forti, abbastanza duri. A parte il fatto che non c’è tempo però sarebbe bello trovare spazio per lavorare sempre su certe cose un pochino di più. In Serbia si lavora tanto con maggiore intensità. Abbiamo anche noi i giorni liberi ma è anche una questione di mentalità che da noi è proprio incentrata su lavoro lavoro e lavoro. È un modo di vivere, perché penso che dovrò giocare almeno altri 10 anni ancora. E poi cosa vado a fare? Vado a fare la cassiera in supermercato? Allora diventa un modo di vivere. Un atleta deve anche guadagnare e quindi deve investire il massimo su se stessa per diventare sempre più forte.
E noi siamo sicuri che la ragazza non deluderà le aspettative perché ha la grinta e il carattere di chi raggiunge sempre i propri obiettivi ma con grande sacrificio.
Le interviste di Vivovolley continuano incontrando Jovana Brakocevic, l' opposto che tantissime squadre vorrebbero, in forza ancora per la prossima stagione alla Spes Conegliano che si tiene ben stretto il suo gioiello.
La serba, che sta disputanto il Torneo di qualificazione Olimpica a Tokyo, ove ha già sfoderato in due gare 26 punti, è una giocatrice si giovane, solo 20, ma tutti di puro talento. Ha già un discreto bagaglio di esperienza, deve sicuramente crescere, ma è molto potente, ottimo servizio (premiata miglior servizio agli Europei 2007) e soprattutto fiuto per fare punti, tanti, insieme a tanta determinazione.
Il nuovo "fenomeno" del volley ha le idee ben chiare: tanto impegno e sacrificio, la voglia di vincere il più possibile a Conegliano per poi conquistare il Mondo.
Intervista di Mirco Horvath. Foto: Spes Conegliano.