[di Emanuela Macrì] Quattro protagoniste dell’arrampicata mondiale alle prese con la prima volta ai Giochi Olimpici della disciplina. The wall – Climb for gold di Nick Hardie è il docu-film – pieno nel suono genere in virtù del ritmo narrativo di un film ma le modalità strutturali del documentario – che ricostruisce il percorso di preparazione all’evento sportivo degli eventi con le storie di quattro tra le atlete top della disciplina.
A dividerle da Tokyo 2020, che poi diverrà 2021, un lockdown e l’impossibilità di allenarsi come richiesto da un appuntamento tanto importante e tutte le sue ricadute. Dalla (ri)progettazione della preparazione agli infortuni, dalle difficoltà fisiche a quelle mentali, la pellicola segue, dalla parete all’anima delle sue protagoniste, il periodo più incredibile e inaspettato della storia vicina declinandolo al mondo dell’arrampicata femminile, calzando le scarpette delle quattro top climber mondiali.
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Quattro storie personali che sullo schermo divengono quattro costellazioni familiari e di vita, quattro mondi diversi e distanti. Quelli della slovena Janja Garnbret, l’inglese Shauna Coxsey, la statunitense Brooke Raboutou e la giapponese Miho Nonaka che si raccontano sulle immagini di repertorio quando ancora bambine affrontavano le prime scalate fino a quelle delle qualificazioni olimpiche.
E poi ancora lì, su quella pedana per la gara della vita a Tokyo 2021, a giocarsela al meglio delle tre specialità che la compongono: speed, boulder e lead. Tra lacrime e demoni – e ce ne saranno tanti e per tutte – da combattere, tra tensione da sciogliere e nervi tesissimi. Sotto gli occhi del mondo e quelli di amici e parenti che impossibilitati – dalle ben note restrizioni – nella presenza fisica non mancano di seguirle passaggio per passaggio.
Per una medaglia che vale molto di più di un ricordo da aggiungere in bacheca. Per un documentario, tra le prime proiezioni proposte dal programma del 70mo Trento Film Festival, che racconta un climbing dell’anima, fatto di pareti, soprattutto interiori, da affrontare. Di gioia e delusione, di fatica e soddisfazioni accompagnate da una colonna sonora originale di Nainita Desai e Thom Robson e all’altezza della prestazione, da ascoltare QUI