Ciao a tutti e benvenuti in Marco Polo Talks!
Mi chiamo Giulia, ma dove sono ora mi conoscono come 凤洁 (fèngjié). Ebbene si, al momento mi trovo in Cina, nella città di Jinan, per completare il mio Erasmus di un anno. Ho 23 anni e sono laureata in Sinologia, per capirci “Studi sulla Cina”, e sono appassionata a questa realtà sin dalle superiori. Per questo motivo, chi può rappresentare questo interesse se non Marco Polo?
Prima di partire per questa avventura, il mio percorso accademico è stato molto diversificato in quanto io abbia frequentato la triennale a Vienna, in Austria, e il Master a Leiden, nei Paesi Bassi. Ho deciso di condividere le mie esperienze nella “Terra di Mezzo”, innanzitutto perché ci sono diversi aspetti e differenze culturali che alla maggior parte delle persone non sono noti e possono perciò rappresentare una fonte di interesse, inoltre, creando una maggiore consapevolezza delle tradizioni e degli stili di vita asiatici spero di poter svelare i taboo che velano la nostra visione della Cina. Alla fine, per quanto l’Asia possa sembrare lontana, sia in termini di spazio che di mentalità, esistono più aspetti in comune di quanto si possa pensare.
Il 21 febbraio 2024 ho lasciato l’Olanda con molte incertezze riguardo a ciò che mi stava aspettando dall’altra parte del mondo. Dopo un volo di 14 ore, sono finalmente arrivata nella provincia di Shandong, dove avrei trascorso i seguenti 12 mesi. La prima impressione della città è stata molto forte per me. Se non siete mai stati nelle città cinesi più “piccole” (nonostante la modesta popolazione Jinan vanti di circa 8 milioni di abitanti), difficilmente potete immaginarvi la sensazione che sto per descrivervi. Appena usciti dall’aeroporto, la strada per arrivare allo studentato era tappezzata di palazzoni, tutti della stessa altezza e simili l’uno all’altro e diverse fabbriche con canne fumarie funzionanti. Un aspetto che già mi colpì in quel momento, ma che avrei realizzato più avanti è lo sviluppo eterogeneo che non solo caratterizza il Paese, ma si palesa anche nelle città e quartieri stessi. Ad esempio, non è strano vedere centri commerciale mozzafiato di sette piani dotati delle tecnologie più avanzate e a pochi passi da mercati o negozietti minuscoli e trasandati.
Data la carente quantità di informazioni che mi erano state date dall’università in Olanda, non avevo assolutamente idea di che tipo di stanza mi aspettasse nello studentato, e il pensiero mi terrorizzava. Una volta arrivata nello studentato, la custode (o come la chiamiamo noi studenti阿姨 āyí, “zia”), che ovviamente non parlava una parola di inglese, spiegò le regole e istruzioni del dormitorio con una velocità che avrebbe fatto invidia ad Eminem e l’accento più forte che avessi mai sentito prima. Sebbene fossero diversi anni che studiavo cinese, sappiamo tutti quanto imparare una lingua sui libri sia diverso dalla lingua da sentirla parlare da un madrelingua. Con un sacco di dubbi su quello che avesse detto durante questo suo freestyle e un po’ scoraggiata dal mio primo contatto con la lingua, la “zia” mi portò alla mia stanza.
Mi fermo qui. La voglia di continuare a scrivere è tanta, ma per oggi non voglio mettere troppa carne al fuoco, vi aspetto tra quindici giorni, 再见!
Ps. Il mio canale instagram: @lathitudine